Andrea ha imparato ad andare in bicicletta.
Meglio tardi che mai, ma non glielo dico. Ognuno ha i propri tempi.
Ora va che non gli sembra vero.
Può gustarsi il mondo a un'altra velocità, dirigere il proprio destino nella direzione scelta dalle manovre impresse al manubrio.
Suda e sorride.
C'è il "Guarda babbo!" classico di un figlio che realizza un sogno e desidera con tutto il cuore che il genitore sia lì, a fare da testimone.
"Bravo amore mio, sei il numero uno!"
Gli tributo pure un applauso.
Adesso Andrea vuole andare, girare, vagare a cavallo della sua due ruote, alla scoperta di strade nuove e nuovi orizzonti.
Un brivido che, spero, gli passi il più tardi possibile.
Ha girato e rigirato in cerchio, nell'ingresso del palazzo, totalizzando una trentina di chilometri netti. E' rosso come un peperone e l'espressione sul suo viso è una domanda inaspettata: "Ma quanto è bella la vita?".
Pedala che pare voglia produrre energia a vuoto, una dinamo umana, che a guardarlo mi verrebbe di rispolverare la bici e mettermi sulla sua scia per farmi energia a mia volta.
Già...
La libertà in un cerchio.
"Guarda babbo!"
LM
Yorumlar