Domani esce il nuovo singolo.
Stanotte, scoccata la mezzanotte, ad essere precisi.
Un figlio del quale conosci con esattezza l'ora e il giorno in cui verrà al mondo.
Un altro pezzo di me, in forma di musica, vedrà la luce. A sancire il lieto evento è stata la mano, mia, che ha aperto il cassetto dove questa canzone sonnecchiava da trent'anni. Trenta anni di oblio.
Tanto che, aperto il cassetto, lei mi ha squadrato con aria interrogativa come a dire "Sei sicuro? C'è un buon motivo per cui hai deciso di svegliarmi dal sonno a cui tu stesso mi hai condannata per così tanto tempo?".
Sì, sono sicuro.
Capire realmente le ragioni che hanno motivato una simile scelta è mica cosa da poco. Chissà perché...
Richiamare quella canzone in scena ha portato alla gioia, certamente fanciullesca, di creare un album che contenesse altre canzoni. E così mi sono rimesso a comporre musica e a scriver testi.
La Buffadini s'è messa di mezzo, lei e il suo amore vecchio stampo, e ha decretato di prender le redini di un entusiasmo che io mi ero volontariamente lasciato alle spalle. La musica, semplicemente, non mi pareva più il credo ideale a cui affidare il mio cuore di musico donchisciottesco. M'ero votato ad altre Dulcinee.
E invece...
"Felice di dare" è il titolo del singolo. Nulla di più appropriato, se riferito a un qualunque artista. Perché l'artista dà ed è felice di dare, o non darebbe. Perché dando un po' di sé riceve quanto gli abbisogna per tirare avanti, in pace o in guerra con sé stesso.
Una canzone scaturita da un quadro: arte chiama arte.
Il "Donatore felice" di Magritte, è il titolo del suddetto quadro. Capite bene di donde viene il titolo del brano.
Ma basta, la sto facendo lunga.
Avrete modo di ascoltar quel primo vagito allo scoccar della mezzanotte, se non sarete nel mondo dei sogni.
Altrimenti se ne parla domani.
Manca poco... anzi, pochissimo.
LM
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